Andrea Bianconi è da sempre un artista ludens, giocoso, frenetico. Ama il movimento, il mutamento, il flusso. Pesca con disinvoltura dalla Storia, dalle feste popolari, dalla Commedia dell’arte. Soprattutto nella “performance” egli, alla maniera dei comici del muto o degli artisti di Fluxus, improvvisa azioni vitalmente insensate, inventa trame sterminate e incompiute. E anche in quest’ultima operazione sembra sperimentare un vertiginoso incantesimo basato sul tema del doppio (o dello specchio). Porta nell’arte il ritmo della vita, fa diventare opera il divertimento. Solo che spostare nelle stanze di CASA TESTORI i poveri svaghi del Luna Park di un tempo (i chioschi con il tiro a segno o il lancio delle palle di sego) ha qualche cosa di iniziatico, di sfida, di messa in gioco di se stessi e degli altri. Quasi a dire che in quelle che sono state definite semplicemente come “gioiose liberazioni” si nascondono forze sotterranee e “basse”, un impasto di grottesco e di tragico. L’azione che non è più individuale (chiusa nei gesti dell’artista), ma collettiva (aperta all’intervento del pubblico) diventa caricaturale, nel senso che svela i segreti, i significati, i meccanismi del riso.
Bianconi ci conduce dentro a un’esperienza paradossale: noi non viviamo più un rito, ma la sua finzione, non uno spettacolo ma la sua parodia. E più l’artista accentua il gioco di luci, colori, mascheramenti, più ci fa sentire in una dimensione altra, fatalmente inautentica. Lui stesso che si traveste da imbonitore riesce a colpire dal di dentro tutto quello che può avere le parvenze dell’oggettività.
E poi che dire di un Luna Park che porta lo stesso nome (BIANCONI’S) dell’artista? È lo stesso artista che diventa gioco, è la sua soggettività esasperata che ci spinge a vedere l’altra faccia del mondo con le sue forme collaudate e le sue strutture mitiche.
Luigi Meneghelli
Andrea Bianconi vive e lavora tra Vicenza e Brooklyn. Alla 5 Biennale di Mosca ha realizzato una public performance tra la Piazza Rossa, il Cremlino e il Manege. Tra le sue recenti esposizioni MSK Ghent, Huston, Valencia, Madrid, New York, United Arab Emirates, Basilea, Palazzo Reale, Milano, Shanghai. Nel 2011 Charta ha pubblicato la sua prima monografia, nel 2012 Cura.Books il suo primo libro d’artista “ROMANCE” e nel 2013 il secondo dal titolo “FABLE”. Entrambi fanno parte della collezione del MoMA New York.